I CANI DA FERMA

I cani da ferma : il setter inglese

La FCI, Federazione cinologica Internazionale, nata nel 1911 e divenuta personalità giuridica nel 1968, si occupa di proteggere la cinologia e i cani da caccia.

 Il suo compito è di aggiornare e definire gli standard di razza, i cani da ferma sono classificati nel GRUPPO 7 e divisi in 3 sottogruppi in base alla provenienza :

  1. ITALIA
  2. GRAN BRETAGNA
  3. CONTINENTALE

Ciò che contraddistingue questa categoria di cani è l'intenso legame con il padrone che entrandone in simbiosi rende la battute di caccia unica.

Nel dettaglio vi sono tre specie principalmente utilizzate nell'ambito dell'attività venatoria, o comunque notoriamente diffuse :

  • Il setter inglese
  • Il bracco italiano
  • Il pointer

Il setter inglese, nella sua categoria di cane da ferma, è considerato uno dei più eleganti e armonici, lo sguardo dolce e giocoso lo rende decisamente attraente, pur non essendo una razza semplice da addestrare, è un abile cacciatore in grado come i felini di captare la preda anche a diverse ore dal suo passaggio, il temperamento e il carattere decisamente forte lo rendono un instancabile compagno di caccia, in grado di lavorare al meglio in qualsiasi ambiente. 

Le prime fonti risalgono al 1500, quando il conte Leicester adoperò questa razza durante le sue battute di caccia, le successive fonti lo collegano a Edward Laverack che nel 1815 acquisto una coppia di setter, ai quali si aggiunsero altri due esemplari, l'investimento però inizialmente non risulto proficuo a causa della loro consanguineità, sarà solo con l'aiuto del socia e amico Purcell Liewellin, la progressiva ascesa al successo della razza, incrociando la razza inglese con il gordon e l'irlandese nel 1865.

Il primo esemplare esordi in Italia nel 1881 a Milano e nel 1920 nacque il primo allevamento, favorendone la notorietà e l'impiego nella caccia, fino ad oggi ove il setter è considerato una delle razze di maggior utilizzo e pregio.

Di questa particolare razza ne esistono tre varietà , con il termine "Belton" si indica la colorazione del mantello :

  • il lemon belton: con macchie color arancio e marroni
  • il blue belton: con macchie nere
  • il liver belton: con macchie marroni.

Nel dettaglio le caratteristiche fisiche del cane da caccia sono :

-Altezza tra i 56 e 63cm 

- Testa : lunga e senza pieghe

- Occhi : di forma ovale, tendenti al nocciola o marrone scuro

-Tartufo : di colore variabile in base alla tonalità del mantello

-Orecchie : di media lunghezza, attaccate in basso, coperte di pelo e all'estremità morbide, ricadono lungo le guance 

-Zampe anteriori : con gomito basso e aderente al corpo

-Zampe posteriori : muscolose e ginocchia ben angolate

-Coda : attaccatura alta leggermente incurvata ricca di frange

- Mantello : lungo e ondulato, sottopelo abbondante durante la stagione fredda

-Corporatura : snella e muscolosa, peso contenuto tra i 20 e 30 kg

Le caratteristiche di lavoro del cane da ferma sono :

-L'andatura : è il galoppo che si sviluppa secondo una linea orizzontale vicina a terra, con arti posteriori che si poggiano in due tempi separati sotto il piano addominale e arti anteriori ben estesi senza eccessivo sollevamento della parte posteriore, il portamento della testa e del collo è anche esso orizzontale, con tartufo teso verso il vento, questi si allineano con la coda determinandone una sagoma elegante e aerodinamica, la coda si mantiene bassa e il torace sfiora il terreno dando l'impressione di scivolare su di esso.

-La cerca : il setter dimostra un innata propensione alla ricerca e all'esplorazione modificando il suo andamento in base alla traccia olfattiva e ritornando regolare una volta accertata la posizione del selvatico.

-La filata : è il momento in cui verifica la presenza del selvatico, rallenta, si abbassa fino a sfiorare il terreno irrigidendosi in ferma.

-La ferma : assume posture diverse in base alla distanza e presenza del selvatico

-La guidata : è l'azione con il quale il cane mantiene il contatto olfattivo con il selvatico e carica a seconda di quest'ultimo e dell'ambiente circostante, poiché l'obbiettivo del cane è di non essere visto ma contemporaneamente di essere reattivo in caso di fuga del selvatico.


 


 

 

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