Il Colombaccio

Uno dei volatili più amati, il Colombaccio

Il colombaccio è una delle specie, non considerate in pericolo, il cui interesse venatorio è in grande aumento.

E' quindi fondamentale mantenere un costante controllo sui prelievi e sulla conservazione delle aree boschive, dimostrando come il cacciatore sia un elemento fondamentale per la salvaguardia e lo studio di questa specie.

A sostegno di qeusta tesi, ricordiamo come negli anni 50', in Gran Bretagna, fu attivato un importante piano di abbattimento, che contrariamente a quanto si possa pensare, giovò alla specie, portando ad un incremento della popolazione di colombacci, data l'abbondanza di cibo nei periodi più freddi e ad un miglioramento dello stato di salute di quest'ultimi.

In Italia il "PROGETTO COLOMBACCIO ITALIA" nato nel lontano 1996, a distanza di quasi 30 anni di studi e ricerche, ha svolto un ruolo fondamentale per la raccolta di dati sulla popolazione del colombaccio, dimostrando come in assenza di ricerche da parte di associazioni non venatorie , i cacciatori ancora una volta hanno contribuito alla salvaguardia della fauna.

Il colombaccio appartiene alla famiglia del palombo, si contraddistingue per una lunghezza fra i 40/42cm, con un apertura alare fra i 75/80cm, ambo i sessi presentano le medesime caratteristiche, testa e schiena hanno un piumaggio grigio bluastro, il petto ha una colorazione fra il rosa-grigio, coda e punta delle ali scure, becco rosato e alla base giallastro e ricurvo, ciò che lo contraddistingue dal comune piccione, oltre alle dimensioni nettamente maggiori è il collare bianco e le bande trasversali delle ali.Gli stormi di colombacci seguono un preciso ordine gerarchico, l habitat è variegato da foreste, boschi, giardini e anche parchi cittadini, la specie si nutre si bacche, radici, semi e occasionalmente di piccoli invertebrati, in Italia è sedentario e nidifica lungo tutta la penisola con densità differenti in base al clima.

Solitamente abbandona le regioni settentrionali in autunno per farvi ritorno in primavera, il nido è composto da paglia e rami ed è costruito in alto fra gli alberi specialmente in boschi di latifoglie e conifere, le coppie depongono 1/2uova, le covate possono essere al massimo due all'anno tra marzo e novembre, variando da regione a regione.Dopo circa 17/18 giorni le uova si schiudono e i pulcini vengono nutriti con il comunemente chiamato "pastone", ovvero il altte di piccione e saranno pronti a lasciare il nido dopo circa 3/5 settimane, superati i primi 20 giorni sono in grado di sopravvivere anche senza i genitori, questo è un fattore determinante che ha contribuito all'aumento e proliferazione della specie.

In itali si stimano tra i 40.000 /80.000 coppie, si è riscontrato come l'aumento delle temperature medie annue abbia contribuito alll'aumento della popolazione di colombacci e al loro godimento di un ottimo stato di salute.

Nostante il peso e la corporatura robusta, il colombaccio ha moto veloce e diretto di volo, è in grado di compiere repentini cambi di direzione, grazie ad una vista acuta è in grado di riconoscere qualsiasi cambiamento dell'ambiente in cui vive, per questo i cacciatori esperti sanno l'importanza del mimetismo completo anche di mani e volto.

questa particolare pratica venatoria prevede principalmente tre tecniche:

  • CACCIA DA PALCO :   questa tecnica prevede varie tappe , scegliere il giusto punto di appostamento, preparazione dei capanni,utilizzo di giostre, stampi in plastica, volantini, studiare le traiettorie, individuare le aree di pastura, da non sottovalutare sono la pulizia e potatura della vegetazione, essendo un selvatico estremamente attento all'ambiente in cui vive sarà maggiormente attratto da un ambiente pulito e ordinato

  • CACCIA AL VALICO : comunemente definita al passo, prevede che i cacciatori si posizionino nei valichi in cui passeranno le rotte migratorie, fondamentale è analizzare il tempo, i venti e accogliere gli stormi con volantini e zimbelli
  • CACCIA DA CAMPO :  è una tecnica più recente che prevede attrezzature specifiche, praticata spesso presso grandi fiumi alberati o campi di grano, soia, granturco, richiede un'accurata mimetizzazione e l'utilizzo di richiami vivi o stampi

A prescindere dalle tecniche utilizzate, l'elemento fondamentale è il mimetismo, essendo un uccello inteligente, sospettoso e diffidente sarà fondamentale scegliere il giusto equipaggiamento, evitando qualsiasi capo in colore alta visibilità, coprendo anche mani e volto, magari utilizzando cappelli a falda larga, cuffie in thinsulate anti-freddo ed impermeabili, reti per costruire capanni e un abbliglamento a strati che ci consenta di affrontare gli sbalzi climatici, impermeabile e traspirante perchè pioggia, vento e basse temperature possono farla da padrone, il tutto sempre e comunque in armonia con l'ambiente e a questo punto prepariamoci ad insidiare la saetta del cielo.

 

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